Era il 15 gennaio. Come oggi. La via: via Savoia (nella foto di Mauro Petito). Le ore: le 11. Il resto è un film (di Giuseppe De Santis) e prima un’inchiesta (di Elio Petri) passati alla storia. Del cinema e dell’Italia post-bellica, prima.
Era il 15 gennaio. Come oggi. La via: via Savoia (nella foto di Mauro Petito). Le ore: le 11. Il resto è un film (di Giuseppe De Santis) e prima un’inchiesta (di Elio Petri) passati alla storia. Del cinema e dell’Italia post-bellica, prima.
Camillo Langone (nell’immagine ritratto da Enrico Robusti) è noto ai più come un fogliante (una delle vivaci ed affilate penne de “Il Foglio” quotidiano che, che che se ne pensi, ha creato un diverso modo di fare giornalismo in anni di ombra o “effetti copia”) ma ha molte più frecce al suo arco. Quella dell’amore (ricambiato) verso il cibo e quello della pittura che si genera dal sito “Eccellenti Pittori” a cui si è aggiunto “Ritratto Italiano”. E di quest’ultimo – che nel sito viene così definito rispondendo alla considerazione “Perché commissionare un ritratto”: (“Per immortalarsi. Il ritratto pittorico è il mezzo più efficace affinché la propria personalità superi i limiti della vita fisica. Un dipinto a olio è capace di sfidare il tempo al contrario delle immagini tecnologiche, in particolare l’odierna fotografia digitale, inevitabilmente destinate all’obsolescenza”) – vogliamo parlare.
Con il titolo “Le notti di Prati” pubblichiamo un estratto dal libro di Lucilla Schiaffino “Trame d’infanzia” da poco uscito per Voland. In questa pagina la Roma appena conosciuta. Quella di Prati. Delle uscite serali e della conquistata libertà.
La fuga di Babbo Natale dalla Stazione Termini. Così dovremmo concludere questo scorcio d’anno, la fine dei biglietti di auguri e forse anche l’interruzione di molte determinazioni lì graffate.
In questa mappa Emanuele Trevi (che ringraziamo per avercene concesso l’utilizzo) disegna la sua estate “Senza verso” (Laterza) lungo la via Merulana. Nel ricordo del poeta amico scomparso Pietro Tripodo.
Pubblichiamo un estratto da “La rabbia che rimane” di Paolo Di Reda (edizioni Fahrenheit 451). In questo estratto, in cui Giorgia ha trovato lavoro alla fabbrica FATME, emerge la Roma del Tuscolano percorsa in trenino a partire da Colle Oppio dove si è da poco trasferita lasciando via Corsica e da cui guarda il profilo del Colosseo.