Una visita al Museo Napoleonico tra ori e arazzi nel mito del condottiero.
Una visita al Museo Napoleonico tra ori e arazzi nel mito del condottiero.
Un ricordo di Gino Cesaretti a partire dall’ultimo romanzo, tecnicamente postumo.
Spesso le albe e i tramonti periferici romani disegnano nel cielo una calligrafia di segni in corsivo: virgole, punti e virgole, due punti. Storni segnano in modo sempre diverso il meteo di questo spartito. A nuvole uguali corrispondono tracciati minuziosamente diversi.
Stasi, più che viaggetto, a piazza Cavour, ma servita in salsa perecchiana.
Riprendiamo da quel ricco catalogo di ricordi vivi che è “Italian Nightclubbing” (Arcana) di Alessandra Izzo e Tiziano Tarli, il brano dedicato al Folk Studio. Per scoprire che quel buco di via Garibaldi ha tenuto a battesimo la grande musica d’autore.
Sembra una gita esotica quella che ha trovato al mercato di Palmiro Togliatti Marco Petrella (che ringraziamo per averla condivisa con noi). C’è una damnatio memoriae a sinistra sotto forma di uno strappo verticale e una sottrazione dello strato dell’immagine. Tre (quattro) donne in vacanza con i pantaloncini a palloncino e cappelli da sole. Un pulmino-droga (come qualcuno soprannominava il vecchio Volkswagen) con il cassone sembrerebbe per il trasporto di cose più che di persone (dove alloggiavano le pulzelle?). Un uomo che sembra un po’ dimesso che forse lo guidava sta lì in piedi e neppure guarda chi scatta. L’albero a destra e tutto un po’ respira esotismo. Difficile pensare a dove e come sia stata scattata l’immagine. Se dietro la foto ci fosse una donna anche lì potremmo pensare a un “noi viaggiamo da sole” d’altri tempi.