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Giorgio Marincola

Giorgio Marincola (a destra nella foto). Chi era costui? Lo scopriamo attraverso il bel libro di Carlo Costa e Lorenzo Teodonio appena ripubblicato da Iacobelli (grazie!) sotto il titolo giĆ  cult “Razza partigiana”. Ne anticipiamo l’inizio del quarto capitolo in cui a Roma piovono bombe tra San Lorenzo e Casal Bertone.




Piccoli partigiani
di Carlo Costa e Lorenzo Teodonio

Il primo bombardamento su Roma, la mattina del 19 luglio 1943, porta nella capitale la brutalitaĢ€ del secondo conflitto mondiale nei suoi effetti piuĢ€ diretti ed evidenti. E, con essi, la paura. La distruttivitaĢ€ dei bombardieri americani si abbatte improvvisamente sulla cittaĢ€ e la sua comunitaĢ€ con effetti materiali, politici e psicologici dirompenti, anche per quanto riguarda lā€™intera popolazione italiana. Le bombe, destinate allo scalo ferroviario del quartiere di San Lorenzo, devastano quello ed i quartieri circostanti causando un alto numero di vittime. Svanisce la convinzione diffusa dellā€™inviolabilitaĢ€ dei cieli di Roma per il suo patrimonio artistico ed archeologico, per la presenza del Papa nella ā€œcittaĢ€ eternaā€, costruito sui tre anni di falsi allarmi aerei. E si dissolve definitivamente anche la propaganda di regime sullā€™efficienza della contraerea italiana, visto che gli aerei statunitensi avevano attaccato Roma in pieno giorno, alle 11 di una mattinata estiva.
Fino a quel momento la guerra aveva portato ai romani soprattutto la fame, il razionamento dei beni, lā€™oscuramento, il coprifuoco. Effetti in un certo senso indiretti che inevitabilmente aumentarono di gravitaĢ€ con i bombardamenti. Ora la guerra portava in piuĢ€ lā€™elemento della morte, metteva in luce la fragilitaĢ€ di ogni genere di difesa, rendeva insicura la cittaĢ€ e pericolose le aree prossime ad infrastrutture e grandi vie di comunicazione. Isabella Marincola ricorda questi aspetti della guerra: ā€œUna della poche cose evidenti per me erano le file per il pane e per i generi di prima necessitaĢ€. La guerra, per me, si manifestava in una perenne penuria alimentare e in quelle terribili e fragorose incursioni aeree degli Alleati, questo anche percheĢ noi abitavamo vicini ad un importante snodo ferroviario romanoā€.




Casal Bertone, il quartiere dove abitavano i Marincola, sorge lungo la ferrovia Roma-Sulmona, ai margini dello scalo di San Lorenzo, nelle vicinanze della stazione Prenestina. Il complesso di palazzi tra piazza Cosenz, via Baldissera e via Cugia, eĢ€ colpito come altre parti del quartiere. Isabella ricorda che ā€œLa casa dove abitavamo era vicina alla stazione del Prenestino: la nostra casa ha avuto dei grossi danniā€. Il quartiere viene investito dal bombardamento del 19 luglio, come mostrano alcuni rapporti di polizia e dellā€™esercito del giorno seguente. ā€œDurante lā€™incur- sione del 19 corrente sulla Capitale ā€“ si dice in un rapporto di Prefettura ā€“ protrattasi dalle ore 11,05 alle 14,20, si sono susseguiti, in sei ondate, circa 200 aerei nemici, i quali hanno lanciato numerose bombe dirom- penti e incendiarie particolarmente sui quartieri Prenestino Tiburtino e San Lorenzo […]ā€. Nel lungo elenco dei danni riscontrati che segue il rapporto, si legge ā€œVia Vaguna Via Cave di Pietralata Via Casal Bertone Via Orti Malabarba, Parco ferr. Prenestino colpite da numerose bombe e spezzoni; edifici prospicienti, in gran parte danneggiati; piani stradali sconvolti. Linee post-telegrafoniche interrotte. Non rimosse, sono ancora sul luogo oltre una trentina di salmeā€. Allo stesso modo, un rapporto del Capo di Stato maggiore dellā€™esercito, sintetizza le strutture colpite e le aree coinvolte nel bombardamento:

Sgancio di molte bombe dirompenti e di spezzoni incendiari sulla zona ferroviaria, sugli aeroporti e sullā€™abitato urbano. Sono stati colpiti: lā€™aeroporto del Littorio,lā€™aeroporto di Ciampino, Stazione di Termini, Scalo San Lorenzo Stazione Tiburtina Stazione Prenestina CittaĢ€ Giardino CittaĢ€ Universitaria Porta Maggiore Piazza Santa Croce Via di Villa Clementi, Viale Principe di Piemonte Via Appia Nuova, Via Montebello Viale Manzoni Garage Fiat Bianchi Molino Pantanella.




Gli eventi bellici della prima metaĢ€ del 1943, la sconfitta definitiva delle truppe dellā€™Asse in Africa settentrionale, lā€™invasione della penisola italiana ad opera delle truppe anglo-americane iniziata il 10 luglio con lo sbarco in Sicilia, lo stesso bombardamento della capitale, spostano sul territorio italiano il fronte meridionale della guerra in Europa. A meno di una settimana dallā€™incursione aerea su Roma, il 25 luglio Mussolini viene sfiduciato dal Gran consiglio del fascismo ed arrestato. Il re Vittorio Emanuele III daĢ€ al maresciallo dā€™Italia Pietro Badoglio lā€™incarico di formare il nuovo governo. Lā€™indomani, lā€™annuncio eĢ€ accolto dalla popolazione con entusiastiche manifestazioni per la fine del ventennale regime ed anche nella convinzione, destinata ad essere smentita, che questo avrebbe comportato la fine della guerra.

La liberazione dei detenuti politici dalle carceri e dalle colonie di confino permette nei 45 giorni del governo di Badoglio la riorganizzazione dei disciolti partiti antifascisti, e daĢ€ luogo a dei tentativi di aggregazione fra essi, in particolare tra i tre partiti di sinistra (Comunista, dā€™Azione e Socialista), che si collocano allā€™opposizione rispetto al governo. In particolare, viene contestato a Badoglio la lentezza con la quale gli aspetti liberticidi e repressivi del regime fascista vengono rimossi ed i tentennamenti nel pervenire ad un trattato di armistizio con gli anglo-americani per far uscire il Paese dalla guerra. Il secondo bombardamento di Roma, che ha avuto luogo nella mattinata del 13 agosto del ā€˜43, eĢ€ un segnale dellā€™inefficacia della politica estera del governo di Badoglio durante i 45 giorni. Questa seconda incursione porta Badoglio a dichiarare unilateralmente Roma ā€œcittaĢ€ apertaā€, ossia non coinvolta nelle operazioni militari. Ma tale dichiarazione rimarraĢ€ lettera morta fino alla fine del marzo dellā€™anno seguente.

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Il 3 settembre 1943 viene firmato il trattato dā€™armistizio tra lā€™Italia e le forze anglo-americane. Lā€™annuncio eĢ€ dato, con colpevole ritardo, soltanto allā€™ora di cena dellā€™8 settembre, ma allā€™alba del giorno seguente, comā€™eĢ€ noto, i rappresentanti delle istituzioni politiche e militari, il re e la sua corte, Badoglio, il governo e lo Stato maggiore, abbandonano Roma per rifugiarsi a sud della linea del fronte, lasciando lā€™Italia centrale e settentrionale priva di riferimenti istituzionali e alla merceĢ dellā€™inevitabile occupazione militare tedesca. A Roma, orfani di una precisa organizzazione e privi di comando, soldati ed ufficiali tentano, insieme a civili accorsi sui luoghi dei combattimenti, di difendere la cittaĢ€. Tuttavia il tentativo, non sostenuto dalle residue autoritaĢ€ militari rimaste in cittaĢ€, eĢ€ strozzato nella confusione e disorganizzazione e nel pomeriggio del 10 settembre viene firmata la resa della cittaĢ€ alle truppe del Terzo Reich. Due giorni piuĢ€ tardi Mussolini viene aiutato a fuggire da Campo Imperatore, sul Gran Sasso, dovā€™era imprigionato, ed il successivo 18 settembre, da Monaco, annuncia la nascita della Repubblica sociale italiana.




Giorgio Marincola, in quei giorni, non eĢ€ a Roma, ma a Montorio Romano, in Sabina, con la matrigna, le sorelle ed il fratello, percheĢ la casa di via Cugia era stata colpita dalle bombe. ā€œLā€™8 settembre ā€“ ricorda Isabella ā€“ eravamo sfollati a Montorio Romano […]. Giorgio era con noi. E mi ricordo di certe borracce che gli asini portavano sul dorso, e Giorgio che tracannava il vino con grande piacere! E nei pressi di Montorio ho visto dei soldati tutti impolverati che cercavano di nascondersiā€. Corrado Giove ricorda di aver raggiunto lā€™amico in Sabina per mettersi al riparo dalle chiamate di leva.