Categorie
al vivo

8 marzo, un giorno come un altro

8 marzo, un giorno come un altro. Note a margine di una manifestazione.




…l’UDI va in Piazza Maggiore a distribuire le mimose (leggi tessere): NOI NO!

Noi siamo stufe di Piazza Maggiore.
Siamo stufe delle aule di facoltà dove ci si vede poco e male senza mai riuscire a parlare di noi, e di ciò che pratichiamo.
Siamo stufe delle nostre case che ci ributtano nell’isolamento
Siamo stufe che “nostro” sia solo l’8 Marzo:

VOGLIAMO tutte insieme prenderci i nostri spazi continuamente, durante tutte le ore del giorno e della notte
VOGLIAMO comunicare e scambiarci le pratiche sulle quali siamo cresciute fino ad oggi ed iniziarne delle nuove
VOGLIAMO partire dai nostri bisogni e organizzarci con strumenti nostri per gestirci autonomamente e insieme tutta la nostra vita

PERCHÉ l’autocoscienza e il self-help sono le pratiche che fino ad ora ci siamo gestite nei “nostri ghetti” e vogliamo che diventino di tutte

PERCHÉ vogliamo aggredire e riappropriarci degli strumenti che fino ad oggi sono stati utilizzati contro di noi e sulla nostra pelle, vogliamo riprenderci la scienza e la medicina gestendocela tra di noi in prima persona

PERCHÉ vogliamo continuare a organizzarci e uscire ancora insieme contro la violenza che tutte subiamo in case e per le strade

PERCHÉ siamo stanche di vivere individualmente il problema del lavoro e della disoccupazione e vogliamo trovare anche rispetto a questi momenti nostri di aggregazione e di lotta.

ORA PIÙ CHE MAI DI TUTTI QUESTI E DI ALTRI PROBLEMI ABBIAMO BISOGNO DI PARLARNE, CONFRONTARCI, DISCUTERE GIORNO DOPO GIORNO.
ORA PIÙ CHE MAI ABBIAMO BISOGNO DI UN POSTO TUTTO NOSTRO DA GESTIRCI INSIEME.

PER NOI L’8 MARZO E’ UN GIORNO IN CUI DISCUTERE DI TUTTE QUESTE COSE
L’8 MARZO TROVIAMOCI TUTTE AL “GOLIARDO”
IN V. ZAMBONI 32 ALLE ORE 15
PER MOBILITARCI INSIEME SUI NOSTRI BISOGNI

MOVIMENTO FEMMINISTA BOLOGNESE

c.i.p.:
v. Zamboni 32
BO 8/3/77




cof

La copia di questo volantino del Movimento Femminista Bolognese era uno dei documenti in appendice alla mia tesi di laurea “I movimenti femministi a Bologna negli anni Settanta”.

cof

Quarant’anni dopo quell’indimenticabile 1977 che chiude la fase de L’Orda d’Oro, tanto per citare un testo fondamentale.

Cosa resta dopo 40 anni di quella deflagrante onda di energia che il movimento di liberazione delle donne ha generato? (e per favore non lo dite al singolare “donna” che pare si stia parlando di una specie animale!)

sdr

Ho ritrovato una mia foto dell’8 marzo del 2008. Sono in un corteo e sfilo portando un enorme striscione in cui c’è scritto “La 194 non si tocca!”. Per inciso, lo striscione era un’enorme pezzo di stoffa bianco con scritta spray rossa. Me lo sono portato a casa e l’ho conservato a lungo fino a perderlo in uno dei miei numerosi traslochi.




mde

Comunque. Vivevo a Bologna e stavo scrivendo questa tesi di laurea per il mio corso di studi in Storia indirizzo “Diritti istituzioni e culture politiche”.

Passavo le mie giornate chiusa nell’Archivio del Centro di Documentazione Ricerca e Iniziativa delle Donne della città di Bologna. Ho avuto tra le mani i documenti dell’epoca e ho affondato le mani e i pensieri fra quelle grida di rivolta ma spesso anche di dolore. Solo il 9 dicembre 1977 con la Legge n. 903 sulla “Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro” verrà formalmente sancita la parità formale fra uomini e donne.

cof

Mai più discriminazione in riferimento allo stato matrimoniale o di famiglia o di gravidanza. Diritto della lavoratrice alla stessa retribuzione del lavoratore. Divieto di discriminazione fra uomini e donne in merito all’attribuzione di qualifiche, mansioni e progressione nella carriera…

Ma è realmente così? Allora perché l’8 marzo del 2017 tantissime donne in tutta Italia (e nel mondo) hanno scioperato?




dig

Circa dieci anni dopo quella tesi di laurea ero ancora in un corteo l’8 marzo. Questa volta ero a Roma, al Colosseo, per partecipare alla manifestazione organizzata da Nonunadimeno. L’onda era una marea che gioiosamente ha attraversato la città dal Colosseo a Trastevere passando per Piramide.

Chi c’era? Moltissime donne di tutte le età. Di nero e fuxia vestite. E poi c’erano le studentesse… il futuro di questa onda. Come me, dieci anni fa.

sdr

E poi c’erano gli uomini. Tanti uomini. A dire no alla violenza sulle donne, alle gigantesche disparità che colpiscono il lavoro femminile, alle discriminazioni di genere e identità sessuale, alle discriminazioni razziali, allo sfruttamento dissennato del nostro pianeta.

L’unica vera rivoluzione del “secolo breve” continua a vincere anche nel nostro secolo.




Di mary de gregorio

Laureata in storia a Bologna con tesi sul femminismo è insegnante e ricercatrice indipendente ed esperta di studi di genere.