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L8 ma senza lotta. Sulla Giornata della Donna 2023

8 marzo, Giornata Internazionale della Donna. Non per forza di lotta.

Quest’anno l’8 marzo mi trova sfinita. Qualche problema di salute, notti costellate da incubi e risvegli, incombenze burocratiche che appunto incombono,stanchezza che arriva direttamente dalla Preistoria, la paura della cancellazione dei miei treni quotidiani per lo sciopero, sacrosanto per carità, ma io devo viaggiare.


Per ragioni personali non potrò partecipare nemmeno alla consueta manifestazione romana e non sarò marea con gli altri.


Intanto la mia mail è intasata di proposte di percentuali di sconto che mi sono state riservate dallo scibile del vendibile perché appunto sono festeggiata.

Ho letto la notizia di un centro commerciale che ha fatto un’installazione abominevole ad hoc (di cui non riferisco per decenza non so se mia o loro) che insomma, dai, ci ha tenuto a ribadire che è dalla parte della fetta maggiore dei suoi acquirenti.

Ho pensato a quella frase di De Andrè che dice “Con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia
ma colpisco un po’ a casaccio perché non ho più memoria”.

Ho pensato a questa frase perché vedo che sempre meno persone conoscono l’evento storico alla base della giornata internazionale delle donne banalizzata anche nel nome con “festa della donna”. E auguri.
Questa volta l’8 marzo mi trova un po’ sfinita.

Ma non mi va di sentirmi tipo un panda. La specie in via di estinzione che oggi promettiamo di proteggere perché è la sua festa e domani chissenefrega. Però ammetto che oggi sono un po’ stanca anche delle crociate, degli slogan, del dover dire che sono in lotta.

Oggi mi va di lasciare anche questo linguaggio un po’ guerresco fuori dalla porta. E non perché sono sfinita o perché non ci creda più o perché per ragioni personali non posso partecipare alla manifestazione.

Mi va perché sento che tutto questo è già dentro di me e la mia vita, le mie letture, il mio atteggiamento e il mio impegno quotidiano lo riflettono. Non sento il bisogno di scriverlo oggi. Se l’energia c’è esce comunque fuori.




Di mary de gregorio

Laureata in storia a Bologna con tesi sul femminismo è insegnante e ricercatrice indipendente ed esperta di studi di genere.