Il pittore Michetti e i trabocchi. Un estratto dal libro del giornalista a pedali Alessandro Ricci e dal suo “Mare d’Abruzzo e Trabocchi in bicicletta. Sette tappe tra natura, storia e scenari mozzafiato”, manco a dirlo ediciclo editore.
Prima di lasciarvi alla lettura dell’estratto un endorsement al meraviglioso tratto di costa e ciclabile sui binari che scende da Martinsicuro per via di quasi tutta (un bel quasi visto il nostro Paese) porta a San Salvo Marina.
Ricci ci accompagna a paedalare per 134 km, facendoci scoprire le bellezze marine e interne di questa meravigliosa parte d’Abruzzo. Buona lettura in compagnia di Francesco Paolo Michetti e dell’antico culto dei serpari.
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E tra il verde, in collina, c’è il MuMi, ovvero il museo Michetti (www.fondazionemichetti.it), che ospita Gli storpi e Le serpi, celebri tele dell’artista abruzzese, presentate all’Esposizione universale di Parigi nel 1900, due opere di grandi dimensioni che intrecciano mondo contadino e realismo, nella visione di un Abruzzo delle tradizioni che però a Parigi non ottenne il successo sperato, nello slancio verso l’avanguardia.
La tela de Gli Storpi si ispira ai festeggiamenti per la Madonna dei Miracoli di Casalbordino, in provincia di Chieti: piĂą avanti passeremo a Casalbordino Lido, con la spiaggia della Camomilla di mare.
Le serpi racconta invece della festa in onore di san Domenico, a Cocullo (AQ), quando la statua del santo viene portata in processione avvolta da serpenti, un rito antichissimo che richiama il culto della dea Angizia.
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Lo stesso pittore assistette alla celebrazione, portando in studio un archivio fotografico usato per la realizzazione della tela.
In riferimento alle opere di Francesco Paolo Michetti va ricordato anche che la tela La Figlia di Jorio è custodita nel palazzo della Provincia a Pescara, in una sala convegni: oltre alla relazione con la tragedia a firma di d’Annunzio, è evidente nel lavoro la sperimentazione fotografica dello stesso artista.
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Vicino al MuMi si trova il convento di Santa Maria del Gesù, acquistato proprio da Francesco Paolo Michetti nel 1883 per farne sede del “Cenacolo michettiano”. Qui si incontravano artisti, musicisti, scrittori.