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flânerie e viaggetti

Colosseo, una cartolina per dirlo

Non un semplice monumento. Non una semplice icona. Una cartolina da spedire.

Pubblichiamo qui alcune immagini dell’interno di “Colosseo. Due o tre cose che so di lui” (L’Orma editore), un libriccino a cartolina (che fa parte di una collana dal titolo “I Pacchetti dei luoghi (non comuni)” con testi scritti da Massimiliano Borelli (come quelli che citiamo qui sotto) o da lui raccolti e collazionati.

 

Non solo un’idea di confezione ma, per dirla alla Perec, il tentativo di esaurimento di un luogo. Seguono due sequenze della serie.

colosseo

GAY STREET
Il suo vero nome è via di San Giovanni in Laterano,
e dal 1588 collega la basilica al Colosseo.
Era l’ultimo tratto della via papalis, il
tragitto che portava (a dorso di mulo) da San
Pietro alla cattedrale ogni nuovo vescovo di
Roma. Se lungo il suo marciapiede si erge uno
dei posti più magici della capitale, l’antica e
stratificata basilica di San Clemente – sede di
uno straordinario mitreo e della fondamentale
iscrizione (a fumetti!) che rappresenta il primo
esempio di volgare italiano usato con intento
artistico –, oggi questo tratto di strada che dà
sulla palestra del Ludus Magnus è forse ancor
più famoso come punto di riferimento della
comunità LGBT: una storica area di locali,
alberghi e negozi gay friendly che dagli anni
Sessanta tinge di arcobaleno la vita romana e
che nel 2007 (superando parecchie resistenze)
ha ufficialmente ricevuto la denominazione
che l’ha riconosciuta come roccaforte della
lotta contro l’omofobia e la
discriminazione di genere.

KUNG FU
È rimasta epica (tra gli appassionati del
genere) la scena del combattimento tra Bruce Lee
e Chuck Norris che chiude L’urlo di Chen terrorizza anche
l’Occidente
del ’72. Il kung fu si è così aggiunto
ai numerosi munera, i giochi e gli spettacoli
che nei secoli sono stati “offerti” all’interno del
Colosseo. Ricordiamo qui: gli scontri ferini e
le venationes, cacce a cavallo o a piedi di belve
esotiche e feroci come leoni e orsi, ma anche di
bestie più modeste ed economiche come capre,
buoi e conigli; le silvae, messe in scena di alberi
e quinte teatrali popolate da mirabili animali;
le sfide tra gladiatori; le naumachie (sebbene su
queste battaglie navali pendano alcuni dubbi);
infine le esecuzioni. Le giornate di giochi erano
organizzate secondo un programma a climax
ascendente (nonostante anche su questo punto
non ci sia la certezza assoluta): la mattina si iniziava
con le cacce, poi intorno a mezzogiorno
avevano luogo le esecuzioni e nel pomeriggio
seguivano i combattimenti gladiatori, che costituivano
l’attrazione principale.