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Marco Petrella

Conosco e apprezzo il lavoro di Marco Petrella da qualche anno. Lo presento anche a quelli di voi che ancora non lo conoscessero. Sempre partendo da Roma e lì tornando. Nel suo caso in vespa. Ma non una vespa come tutte le altre (per l’immagine di Petrella con la Bender Courtesy Ph. Rino Bianchi).

Che rapporto hai con Roma?
Gran bel rapporto. Come una donna che può anche trattarti male, Roma ti riprende quando vuole.
Alle scuole elementari studiando storia, scoprii Muzio Scevola, Enea e gli Orazi e i Curiazi, tutte vie intitolate a loro che esistevano vicino casa mia e che mi ricordavano gli antichi ogni volta che ci passavo.

So che la giri in vespa. Ma non una vespa normale… Posso vedere la tua vespa?

Foto Fabio del Piano
Foto Fabio del Piano

E’ una vespa del 1960 che ho da tanti anni. Ormai è il mio unico mezzo di trasporto, insieme alla bicicletta.

Come è nata questa cosa delle gite in vespa di cui mi parlasti qualche tempo fa?

Durante il restauro dello scooter sono venuto a conoscenza di queste organizzazioni che proponevano ai turisti dei giri per conoscere la città in maniera simpatica ed inconsueta. Avevo bisogno di soldi e mi proposi. In genere sono tour in cui si ha un’idea della città nel suo insieme a bordo di una due ruote d’epoca.

petrella vespa2

Roma ha tanti vespisti accreditati da “Vacanze romane” a Nanni Moretti di “Caro diario”. Secondo te perché, a parte le salite…?

Sono le nostre radici, non so se è una cosa romana. Secondo me è comune in tutta Italia, era il mezzo di trasporto delle famiglie povere del dopoguerra e lo è rimasto nell’immaginario di tanti. Personalmente, provenendo da una famiglia di postali, era anche un mezzo di lavoro. Mio padre ed i miei zii facevano i fattorini e ci consegnavano i telegrammi. A Roma, al contrario, ci sono anche più difficoltà rispetto ad altri luoghi. Le salite ed i sampietrini, che rendono la strada ancora più scivolosa. Per non parlare delle buche, ormai diffuse, senza discriminazioni, dappertutto: centro e periferia.

Una volta ci siamo incontrati a Ventotene. Vorrei che spiegassi a un non romano la differenza tra Ventotene e Ponza.

Ventotene non so ora, ma per me e per alcuni cari rimane l’isola selvatica a due passi da casa. Un isola che produce capperi e lenticchie. Con mio figlio andavamo appena finiva la scuola a dare il benvenuto all’estate.Una volta abbiamo visto i delfini dal paese, che saltavano, in fila, ad un centinaio di metri dalla spiaggia. E’ qualche anno che non vado e spero sia rimasto il posto tranquillo (almeno a giugno) dove guardare il mare ed andare a letto presto (dopo esser passati alla libreria in piazza per un libro di avventure). Ecco, a Ponza sono stato solo una volta e non in bassa stagione, ma è molto più grande e frequentata da persone che hanno voglia di far tardi, bere, ballare e far mattina. Regolatevi voi.

ventotene

Sei stato l’inventore non abbastanza riconosciuto delle recensioni disegnate. Come è nata l’idea?

Ricordo che negli anni 70 Luca Boschi faceva qualcosa di simile su “Totem”. Deve essermi rimasto qualcosa nella testa che, unendo la mia passione per la lettura con l’amore per i comix,, mi ha portato a proporre recensioni a fumetti sia di libri che di musica. Su “Fare musica” recensivo un cd al mese, su “Cuore” e su “il Manifesto” facevo una strip sui libri. A “l’Unità”, dove già piazzavo illustrazioni, proposi di mettere una striscia b/n settimanale nella pagina “ libri”, visto che “il Manifesto” non mi pagava più. Con la chiusura de “l’Unità” si è chiuso anche il rapporto con loro. Un paio di settimane fa ho fatto una cosa simile per “la Lettura” del “Corriere della sera”. Non c’è più Arturo, il protagonista di Stripbook, che lavorava in libreria e proponeva le sue suggestioni sulle novità letterarie. Ho disegnato l’ultimo libro di Richard Ford, “Tutto potrebbe andare molto peggio”, edito da Feltrinelli, ed il giornale è uscito proprio mentre lo scrittore americano era al Festival letteratura di Mantova, così ho potuto incontrarlo e regalargli una stampa dell’originale. Questa qui.

petrella la lettura

Quali sono gli scrittori che più ti hanno influenzato nel disegnare Roma o se preferisci chi l’ha dipinta meglio?

Pasolini per i luoghi: il Pigneto, Torpignattara, il Mandrione. Con Elsa Morante ha rappresentato la città vista dal basso,il proletariato, la fame, la guerra. “La storia” rimane uno dei miei romanzi preferiti.

Hai conosciuto tanti autori romani e non attraverso il tuo lavoro. Ti va di parlarmi di questi rapporti che a volte sono stati di amicizia o quasi?
Di autori “romani” conosco Francesco Piccolo e Antonio Pascale, anche se nessuno dei due è nato a Roma. Apprezzo le loro cose e ho avuto occasione di lavorare sui loro testi, qualche volta. Altro non romano residente è Fulvio Abbate, conosciuto al giornale tanto tempo fa. E a cui ho dedicato una pagina.

petrella abbate

petrella zadie
Zadie Smith ha vissuto a Roma per un paio d’anni ed ho avuto il piacere di conoscerla e di regalare una mia recensione disegnata al marito Nick Laird.

Finalmente quest’anno a Massenzio ho avuto il piacere di incontrare Jonathan Lethem che ha scritto una entusiasta introduzione al mio libro “Stripbook” , ed. Clichy, in cui ho raccolto quasi 200 strisce di recensioni. Anche Aimee Bender (con cui mi vedete nella foto di apertura dell’intervista) mi ha regalato un mini racconto che ho illustrato nel mio libro precedente e quando è venuta da Giufà ho avuto il piacere di conoscerla di persona.

Mi racconti come passi una giornata tipo?

La mattina faccio un altro lavoro. Nel pomeriggio spesso disegno e verso sera vado a prendere una birra sotto casa, al bar Rosi al Pigneto. Qualche volta sono impegnato a portare i turisti in giro per la città, qualche volta vado per presentazioni di libri. Il Pigneto ti fagocità un po’, sembra di stare al paese ma, come tutti i paesi,dopo un po’ ti sta stretto e viene voglia di allontanarsi un pochino.

nino

Come saluteresti un romano e come un non romano?
Se vedemo. Ciao.

Roma 3 settembre 2012. Aimee Bender, scrittrice americana, ritratta con il disegnatore Marco Rufus Petrella a Roma alla libreria Giufà. Foto: Courtesy Ph. RINO BIANCHI
Roma 3 settembre 2012.
Aimee Bender, scrittrice americana, ritratta con il disegnatore Marco Rufus Petrella a Roma alla libreria Giufà.
Foto: Courtesy Ph. RINO BIANCHI

Di roberto carvelli

Founder e direttore di "Perdersi a Roma" collabora con Il Messaggero, il Venerdì e Nuova Ecologia. Ha pubblicato libri di prose, poesie e narrativa di viaggio tra cui "Letti" (Voland), "AmoRomaPerché" (Electa-Mondadori), "La gioia del vagare senza meta" (Ediciclo), "Fùcino" (Il Sirente), "Il mondo nuovo" (Mimesis), "Andare per Saline" (Il Mulino) e "I segni sull'acqua" (D editore).