Natale, tempo di regali. Può servire un “Breve corso natalizio di adulazione ad uso di neofiti e ripetenti”. Utile per la famiglia (mogli e mariti, nonni e suoceri). Indispensabile per il lavoro: capi e (meno) colleghi. Un sincero augurio.
Scriveva Ennio Flaiano: “La società va trattata tenendo conto che è composta di persone sensibili alla corruzione, all’adulazione e al disprezzo. Usando queste tre leve non dovrebbe essere difficile dominarla”. La lucidità aforistica del grande pescarese s’infrange sul muro infrangibile del voler bastare a se stessi. La più grande tragedia non scritta del genere umano.
La citazione è tratta dal “Taccuino del marziano” (che vi consigliamo di leggere nell’edizione pregiata della
Ennio Flaiano aveva ragione: la società è composta di persone sensibili. Una società, lo ricordiamo, molto romana visto che il marziano approda proprio sulla nostra bella città e ce ne lascia taccuino. Aveva ragione vieppiù da frequentatore di un mondo che si fonda e prospera su essa. Ma avrebbe avuto ragione, comunque, anche a guardare l’umano sociale consesso che da sempre attribuisce all’arte della piaggeria la più fantascientifica delle anomalie.
Chi ha esperienza di uffici – massime si sarebbe detto una volta in prototipi ministeriali – sa che tout court la scrivania conduce con sé attestazione di viva stima smentita tre secondi dopo.
I campioni di queste “ripetute” atletiche sono capaci di sorrisi e risolini così scattanti da meritare medaglie olimpiche. Nello studio ci viene incontro una nuova recente pubblicazione: “Manuale del leccaculo. Teoria e storia della piaggeria” di Richard Stengel (traduzione di Daniele Ballarini) che esce in questi giorni per Fazi. Vi si legge: “Siccome le corti rinascimentali erano organizzate in modo gerarchico, lo scopo dell’adulazione era chiaro: incrementare la percezione del valore dell’adulatore. Ecco cosa ci secca tanto di questa tecnica, il fatto che consente alla gente di ottenere quello che non si merita. Perché quel cortigiano stupido e senza talento è consigliere del re? Come ha fatto questo mediocre leccapiedi a diventare il mio capufficio? Non ci sembra giusto… Durante il Rinascimento, iniziò a cambiare la natura stessa della piaggeria. In precedenza, era di solito piuttosto generica, ma divenne più personale con lo sviluppo del concetto di individualismo. Castiglione, Machiavelli, Bacone e Chesterfield esortarono la personalizzazione degli elogi, asserendo cioè che li si doveva adeguare all’individuo. Avevano capito che ci piace un’adulazione monogrammatica”. Stengel continua assolvendo gli antieroi dei suoi libri: “Se dite al capufficio che la sua relazione è stata brillante perché volete un aumento di stipendio, non state dicendo una bugia, proprio perché volete davvero quell’aumento”. Ma il suo “il fine giustifica i mezzi” non può non cogliere la difformità di un capo poco sicuro di sé e quindi poco incline alla smaccata piaggeria nei propri confronti.
Sta arrivando Natale. Le strade si intasano di confusi spendaccioni, di parchi e occhiuti “regalatori”, di generosi donatori. Anche il vostro collega sta cercando il regalo giusto per il suo, il vostro capo. E voi? Come pensate di blandire il vostro gerarca?
E’ ancora tempo di cravatte? La indosserà mai in una riunione in cui voi potrete dire “gliela ho regalata io quella”?
E i libri li legge o fa finta come sempre? Predilige quegli scrittori pieni di humour nero o di partigianeria umanistica salvo smentirli in corpo vivo?
Mangia ancora fegato d’oca o si circonda solo di pennuti completi?
Brinderà millesimato all’ennesimo traguardo di carriera?
Una ceramica austriaca lo riporterà a quel momento antico della sua infanzia intatta a cui ambisce tornare dopo anni di compromessi e compromissioni?
Ama ancora la magggicaroma almeno quanto quella di Ago e Brunetto?
Si fregia e pregia di conservare incisioni di Caruso?
Ama quei cantautori americani della freedom che non ha e più non avrà?
E potrà gradire un bel libro d’arte con il maestro del cubismo, dell’espressionismo, dell’incisivismo, del nientismo, del dente avvelenato?
Ma prima di ogni domanda la domanda prima: chi è quell’uomo che credete di conoscere? Di cui provate a incidere un ritratto che vi vine sempre più sfumato? Quante facce ha cambiato? Quanti corpi ha imbolsito? Quante camicie ha liso? Quanti denti ha otturato per essere ora quello che è? E la risposta è che non conta il cosa ma il come. E il come è la quintessenza della piaggeria. Forma senza contenuto. Nulla con il vuoto al centro. Fumo intorno alla nebbia.
Il vostro sincero Buon Natale ha bisogno solo di questa sincera inconsistente pochezza per essere vero e felice. Per voi e per chi volete mostrare di apprezzare. Auguri!