Sì, “Ci somigliano i lupi usciti dall’inverno” e ci piace questa raccolta di Mariagiorgia Ulbar uscita per la piccola casa editrice trevigiana Nervi. Il suo “Bestiario” è una festa di tenui dolori, osservazioni malinconiche che hanno però sempre il lampo di una via di uscita anche se non sempre sorrisa. Gli animali (balene, tigri, lucertole, ragnetti rossi) contengono alla maniera di Tozzi (vale la pena riprendere e rileggere le prose poetiche, fulminanti di “Bestie”) un’epifania colma di brividi calmi.
Ci somigliano i lupi usciti dall’inverno
sospesi sulla neve un po’ per volta
scendono verso terra e torna
l’erba che odora rovinosa e forte.
I lupi ti piacciono per gli occhi verdi
e quel grigio scuro di mai vecchi
perché stazionano nei branchi, sicuri
stanno ogni giorno e ogni notte,
ma poi si sperdono randagi
sulle pietre azzurre per la luna.
Vanno a guardare alle finestre,
poi vanno indisturbati sempre oltre.
Con una pecora che ha voglia di morire
fanno accordi
su come vuole essere sbranata,
se a pezzi o in una volta sola.