Dov’è il tuo tesoro sarà il tuo cuore: è un evento di poesia (Giuseppe Dolce) e foto (Vincenzo Gentile) creato attorno al tema della casa.
CASA – 2
Tutti ritornano,
ogni uomo, ogni donna.
Andare vuole dire ritornare.
Qui, sopra quest’autobus,
siamo tutti Ulisse. E intorno
a noi, sulle loro automobili private,
altri compagni di ritorno.
La nostra Itaca è un palazzo di periferia,
molti sono la Penelope di se stessi
e ad aspettarli c’è solo
il cane, o il televisore
dai cento canali.
Viaggiamo in piedi facendo
finta di niente. Non stiamo
insieme. Qualcuna telefona
per dire che sta arrivando,
che il suo amore è intatto,
che ha fame.
Fuori dai finestrini si vedono
le finestre accese delle case
dei quartieri alti,
preannuncio delle nostre
al di là del mare.
CASA – 7
Io, vagando per le strade del mondo,
passeggiando in un centro commerciale,
in fila per l’imbarco, per pagare,
ripartire, traslocare, infilando
in valigia il superfluo e l’essenziale,
sono scortato da un mondo di cose:
libri, armadi, vestiti, soprammobili,
ricordi, carte, pezzi di metallo,
letti, sedie, scrivanie, librerie,
che si moltiplicano impercettibili
come cellule, come alberi e idee,
e il moto vorticoso delle cose
produce, quasi per necessità,
la casa destinata a contenerle,
se un amore incanala l’energia,
e il caos dell’io trova ordine in un noi
(ma poi, come dopo sistole
segue diastole, esco di casa
e di nuovo mi perdo per il mondo,
il vorticare della vita mi risucchia,
le cose mi distraggono e mi penetrano,
mi perdo in esse e mi concentro,
così che tutta la materia del mondo
mi collassa dentro
come un trapano che si fonde,
si riduce alla sua punta incandescente,
che si addensa infine in un punto,
dove c’è posto soltanto per me,
per la mia vorticosa follia,
che è la mia casa senza porte e senza finestre,
l’unica mia e solamente mia).