Ancora una lettera di uno scrittore romano sull’emergenza del Baobab. L’ha scritta Tommaso Giartosio alla sindaca del Comune di Roma.
Gentile sindaca Raggi,
lei certamente riceve molte lettere di protesta per la cattiva qualità dei trasporti a Roma, un problema di cui è ben consapevole. E sarà successo anche a lei di trovarsi su un tram bloccato, di aspettare un treno cancellato. Ma ecco qualcosa che non le è mai successo. Non le è mai successo di comprare un biglietto decisamente salato e partire per un viaggio che dura anni, comporta pericoli enormi, sembra non avere fine e qualche volta purtroppo non ce l’ha.
Per chi ha una casa, come lei e me, è difficile immaginare cosa voglia dire trascorrere lunghi periodi in sospeso tra un luogo di partenza dove era impossibile vivere e una destinazione che sembra allontanarsi. È quasi come non esistere. È l’estremo della debolezza. Non ci si può neppure consolare con l’orgoglio del nomade, perché per i migranti una meta da raggiungere ci sarebbe – se solo si riuscisse.
Molti di loro transitano attraverso Roma, per un tempo ridotto, e hanno lungamente trovato un asilo sicuro nel Centro Baobab. Poi il Centro è stato chiuso. I suoi ospiti, nella loro ricerca di una sistemazione provvisoria, sono soggetti a sgomberi continui. Questa situazione non è degna di una metropoli come Roma, che si vuole civile e rispettosa. Stride ancora di più il fatto che, mentre si raccoglievano tende da inviare ai nostri concittadini colpiti dal sisma, si distruggessero (letteralmente) le tende dei richiedenti asilo fuggiti da una feroce dittatura nella nostra ex-colonia eritrea.
Lo scandalo del Centro Baobab, però, non è una di quelle piccole storie che la gente dimentica in fretta. È fonte d’imbarazzo per la città. Io mi occupo di comunicazione (conduco un programma di Radio3 Rai) e le assicuro che c’è molta compassione per queste persone, tra di esse molti bambini; e grande, grandissima preoccupazione e attenzione per ciò che sta accadendo.
A chiederle di fermare gli sgomberi e trovare al più presto possibile una sede adeguata per il Centro Baobab sono in tanti, oltre a me.
Tommaso Giartosio