Piangi accanto lo stesso pianto suo. Pubblichiamo un estratto da “Voci di tenebra azzurra” di Mariangela Gualtieri (I Quaderni de La Collana – stampa 2009).
Un testo pensato per la rappresentazione dalla sua autrice che dettaglia in nota la messa in scena per il Teatro della Valdoca. “Voci” è nato, infatti, in forma di monologo plurale per il teatro ma Mariangela Gualtieri rende il testo confidenziale e intimo, capace di essere consegnato alla lettura individuale.
Il pantheon delle citazioni è vasto e vario: il Giovanni Pascoli della prima mossa e poi Emily Dickinson, Arthur Rimbaud, Jalal-al Din Rumi, Jules Laforgue, Adonis, Adam Zagajewski. La domanda da cui tutto muove è sapienziale “Vi chiedo cosa sapete di noi, vivi”. Un rispecchiamento che dà vantaggio a chi non c’è più rispetto al tesoro della presenza. Perché se anche è vero che siamo, “ci siamo persi”. E siamo ora con scarse certezze di senso e sensibilità: “Di cosa è fatto il cuore, vi chiedo, / se tutto manca, se tutto / ad esso manca”.
Come scrive Maurizio Cucchi nell’introduzione, la poetessa cesenate “ha il grande pregio di saper portare sulla scena testi in grado di arrivare subito al pubblico essendo insieme impeccabili sul piano formale, perfettamente compiuti nell’energia di una parola autenticamente poetica”.
Che cosa è la città?
Una città è un largo fitto di muri.
È un deserto
dove nessuno sa che piangi accanto
lo stesso pianto suo.
Ma se la guardi dall’alto
di notte la città è una stella
stesa, un fiume che barbaglia
una collana di pietre preziose.
Che cosa è il seme?
Potenza di ripetizione.
Eredita infinite foreste
e altre ne fonda.
Cosa sono gli alberi?
Fratelli ben piantati.
Potenze vere. Respiro della terra.
Che cosa è la notte?
È il luogo dove riposa
il senso di ogni cosa.
Ogni cosa si affaccia
al proprio lato mancante.
E il sole? che cosa è?
Plotone di particelle viaggianti.
Semina il suo corpo incendiato.
Canta e divora. Per giocondità.
Che cosa è la terra?
Alleanza fra le spire del cosmo
sodalizio fra ciò che è lontano
con ciò che trema e non resta.
Che cosa è il fuoco?
È bocca che divora.
Un animale steso sulla foresta
a copulare cenere e nero.
Che cosa è la poesia?
Tanto d’amore viene e sostiene.
Niente che resti non amato.
Che cosa è l’Amore?
Lo saprai quando diventerai me.