L’Islanda in summa è quella proposta da Iperborea nell’ultima geniale nata produzione della casa editrice milanese. Una rivista-libro. The Passenger.
Super curata nei particolari e nell’impaginazione. Numeri monografici – il primo appunto dedicato all’isola vichinga – destinati a lasciare un segno.
Perché c’è sì l’Islanda dei vichinghi e delle saghe ma c’è pure quella della natura incontaminata e delle canzoni di Björk.
La grafica aiuta a selezionare ipertesti ma senza l’aria di voler cercare “consumatori”, quanto lettori in partenza. The Passenger si candida a essere una rivista da collezione. Così si aggiunge al lavoro sobriamente iconico dei bravi editori di Iperborea. Attenti da sempre alla qualità.
Cosa sogna, in cosa crede, cosa teme un islandese? Come vive? Ha davvero bisogno di un’app per non finire a letto con un parente? Queste domande sono state rivolte a scrittori, giornalisti e intellettuali islandesi.
La redazione ha consultato esperti e setacciato la stampa internazionale raccogliendo scritti, arricchiti da rubriche di approfondimento e fotografie originali, dove figurano tra gli altri un Hallgrímur Helgason, il premio Nobel Halldór Laxness (allarmato, già nel 1970, dalla devastazione delle più remote valli del paese per lo sfruttamento delle risorse naturali), Jón Kalman Stefánsson, Atli Bollason su come i suoi colleghi abbiano cavalcato la moda del «borealismo».
E per chi ama il calcio il bellissimo lavoro di Leonardo Piccione, presto in volume, in un reportage dedicato al calcio dell’isola venuto agli onori delle cronache mondiali e qui osservato come in un drive in a scanso di freddo.
E poi l’ex sindaco punk-anarchico di Reykjavík, una barca di pescatori di merluzzo ripreso nei loro tutoni anti acqua della 66° North, la marca outdoor dell’isola. In somma, in summa: ecco a voi l’isola che c’è: tra elfi che non ci sono e larghe distese che hanno fatto la fortuna del cinema hollywoodiano a caccia di location sempre più distopiche (una vicenda che avrebbe meritato un reportage).