Ricordiamo oltre all’autrice la “resistente” partigiana e antifascista Alba de Cespedes.
S’intitola “All’Italia con grande amore. Alba De Cespedes” il piccolo saggio di Maria Serena Palieri e Francesca Sancin tratto dal libro (di AAVV) “Donne della Repubblica” (il Mulino).
Alba Carla Lauritai de Cespedes y Bertini nasce a Roma l’11 marzo 1911. E’ la figlia naturale di un’italiana e di un cubano. Frutto di un amore intenso che diverrà ingombrante nella sua formazione “sentimentale”. Sua madre è ancora sposata in prime nozze quando si innamora dell’ambasciatore cubano in Italia (e per un breve periodo anche presidente di Cuba). Di de Cespedes oltre che l’attività letteraria si conosce la vita avventurosa da partigiana con il suo compagno e poi primo marito Franco Bounous.
Attività di macchia – dopo una intensa vita antifascista che le causerà arresti, controlli, sospetti, preclusione o cancellazione di premi letterari – sviluppata nei boschi attorno a Torricella Peligna, nel chietino. “Qui in questa stalla remota a 1000 metri mi sembra che stia davvero nascendo l’Italia che abbiamo voluto. Mi batte il cuore a questa improvvisa scoperta qui proprio qui in questa stalla logori affamati senza più nulla nulla che assomiglia alla vita civile ricominciamo a vivere civilmente”. Questo il messaggio che dall’Abruzzo rurale e fraterno manda all’Italia tutta. Ma sarà a Roma, la città dei suoi romanzi più famosi e di gran parte della sua vita, dopo la lotta partigiana e dopo Bari e “Radio Bari” che riannoderà i fili della sua esistenza. Come scrivono le autrici del saggio: “con Roma ha un rapporto conflittuale, come annota più di una volta nel suo diario. Ma Roma è ‘casa’ è la città della sua infanzia e dell’autonomia conquistata scrivendo, giovanissima, quando, dopo la fine del primo matrimonio e i mesi vissuti al Istituto Ravasco – collegio che tornerà trasfigurato tra le pagine del suo primo romanzo di successo internazionale, “Nessuno torna indietro” (1938) aveva potuto prendere un appartamento da sola”.
L’appartamento di via Tirso 101. Qui rimarrà tra il 1931 e il ’41 quando poi si trasferirà in via Duse 53, ai Parioli, con un piccolo scarto logistico che negli anni non risparmierà neppure questo studio divenuto poi piccolo e ingombro di libri. E’ qui che rimarrà, comunque, prima dei ripetuti viaggi a Parigi e prima del definitivo trasferimento nella capitale francese preceduto e attraversato da una serie di nomadi percorsi abitativi europei e non solo.
È nella capitale che, collaborando con più quotidiani (“Il Messaggero”, “Il Tempo”, “Il Giornale d’Italia”), era riuscita a guadagnare abbastanza per vivere insieme al figlio. È qui che ha scritto e pubblicato inizialmente con piccoli editori romanzi racconti e poesie. Da qui si era dovuta allontanare per la vita partigiana abruzzese e poi verso la Line Gustav. Fino all’estate del 1944, quando ritorna a Roma, nell’emozione assoluta che consegna al suo diario: ” ho ritrovato stasera per miracolo la mia città. Ho ritrovato anche qualcosa di me stessa che credevo perduto”.
Lavora per Mondadori. Fonda e dirige “Mercurio”, la prima rivista culturale e politica dell’Italia libera. Di nuovo Roma torna nel romanzo che sta prendendo forma “Dalla parte di lei”. E nei suoi libri di nuovo ci sono l’impegno civile e la letteratura, lo scarto tra gli ideali che avevano animato la Resistenza e la realtà dell’Italia repubblicana con le sue incongruenze sessiste (la sua battaglia per le cariche delle donne in magistratura e altri conflitti “di genere”). Prima di conoscere la Francia, dove poi morirà, de Cespedes continuerà a mantenere con Roma un grande rapporto di amore. La voce di quella radiofonica Clorinda che da Bari inciderà all’Italia unita così come poi le colonne romane del “Mercurio”, rimarranno legate alla città in cui era nata.
Oggi si festeggiano i 70 anni della Repubblica italiana, sui giornali non si parla che di questo. Ma in realtà c’è un altro importante anniversario da festeggiare. Il 2 giugno del 1946, 70 anni fa, le donne italiane esercitano per la prima volta il diritto di voto politico. Oggi festeggiamo il fatto che, da 70 anni, le italiane possono eleggere ed essere elette. De Cespedes è anche una delle testimoni di queste grandi vittorie.
È stato il grandioso frutto dello sforzo di tante donne come lei che con la loro vita hanno scritto pagine di storia italiana molto importanti ma spesso sconosciute. Pagine che hanno reso innegabile la partecipazione attiva delle donne alla vita politica italiana. Oggi vogliamo ricordare questa pagina, queste donne.