Avvisi. Excusatio non petita o paura dei rimborsi? Insomma come proteggere e proteggersi dal pubblico.
La notizia è di quelle piccole piccole, ma a me sembra comunque utile per fare una riflessione. In un cinema di Stamford, Connecticut è apparso un curioso avviso alla clientela.
L’avviso dice, più o meno: “Gentili clienti, vi ricordiamo che ‘The Tree Of Life’ è un film d’autore, visionario e profondamente filosofico.
La trama non segue un approccio narrativo lineare e tradizionale. Vi consigliamo di documentarvi sul film prima di scegliere di vederlo e vi ricordiamo comunque che questo cinema non prevede il rimborso del biglietto”.
Non ho visto il film di Malick, ma a me interessa soprattutto riflettere sull’azione compiuta dai gestori del cinema.
Se una sala cinematografica – ovvero l’intermediario tra artista e pubblico – ritiene opportuno affiggere un avviso del genere significa che ormai l’idea che il cinema sia una forma d’arte sta tramontando. Quell’avviso dice, in sostanza, “attenzione: questo non è un film come tutti gli altri. Sarete costretti a pensare, a mantenere la concentrazione, a interpretare quello che vedrete”. Si dà per scontato che il pubblico vada al cinema per svagarsi, per far riposare il cervello e dunque è giusto avvertirli che andando a vedere The tree of life tutto questo non sarà garantito.
Se questa azione di avvertimento dovesse diffondersi immagino già avvisi esposti all’esterno di musei o sale da concerto: “Attenzione. Le opere di Jackson Pollock esposte in questa mostra non sono figurative. Non riconoscerete dunque forme a voi familiari come gatti, alberi o volti umani”. Oppure: “Attenzione. L’opera 10 n. 4 di Anton Webern è una composizione di musica atonale.
Dunque ascoltandola non proverete quella rassicurante sensazione che si avverte quando le note ruotano ordinatamente intorno alla tonica centrale. Questa sala concerti comunque non prevede il rimborso del biglietto”.
La possibilità che un’opera d’arte sia effettivamente in grado di cogliere di sorpresa il fruitore va invece gestita con un potenziale disclaimer. Attenzione: pericolo di arte. Vai avanti a tuo rischio e pericolo.
(Dai miei appunti del 2011, con qualche sforbiciata e ritocco)