Si parla tanto di racconti eppure poche sono le riviste letterarie che resistono pubblicandoli. Ad equo canone (ovvero a 0 canone) resiste “Cadillac” (la cover è quella dell’ultimo numero disegnata da Andrea Serio) e noi abbiamo chiesto alla redazione il come e il perché.
Perché e dove nasce, come nasce un numero?
Cadillac Magazine nasce nel 2010 a Milano. Strada facendo cambia diverse volte redazione, finché al momento non si redige da sola, grazie anche a un comitato di lettura gestito da un software. La rivista è molto incoerente: a volte pubblica soltanto autori emergenti, altre volte autori noti, altre inediti o traduzioni inedite, altre estratti da romanzi. Insomma, di volta in volta cambia tutto, anche il “curatore” del numero. Il 14, ad esempio, sarà composto unicamente da racconti ed estratti di autori noti e, secondo noi, non abbastanza letti.
Si parla ultimante molto di più di racconti ma perché ancora non abbastanza?
Se intendiamo in Italia, dove la forma racconto se la passa peggio che altrove, secondo noi dipende da elementi sociologici più che critici. In linea di massima, la motivazione più ricorrente di chi legge pochi racconti è che “non fa in tempo ad affezionarsi ai personaggi”. Il problema di base è considerare un racconto come un romanzo brevissimo, cosa che non è. Altro problema è il fatto che in troppi scrivono racconti senza leggerli, proprio senza amare quello specifico formato, il che crea inevitabilmente una sorta di intasamento. E dire che nell’era delle serie tv i racconti potrebbero diventare un formato addirittura privilegiato.
Cose belle che vi sono successe e cose che vorreste vi succedessero?
Non ci è successo niente di bello. Vorremmo che più editor leggessero la rivista e ci facessero i complimenti. La frequenza con cui gli autori da noi pubblicati prima o poi se ne escono con un romanzo, e con un editore “buono”, è alta. Insomma, facciamo quasi sempre un buon lavoro, tranne quella volta che abbiamo pubblicato il racconto di un amico senza averlo nemmeno letto. Nessuno è perfetto.
Quanto contano i luoghi nelle cose che vi arrivano?
Tanto. Unica regola: se è ambientato all’estero e i personaggi hanno nomi stranieri, deve esserci un motivo. Se invece si tratta di una storia universale, a che pro chiamare un personaggio John?
Ci sono diversi autori che Cadillac ha contribuito a far conoscere? Ce ne vuoi dire qualcuno?
Dal momento che ce lo chiedete, e chiarendo che per una rivista fare scouting significa soltanto essere aggiornati sugli autori che si stanno proponendo e dar loro un pizzico di visibilità in più, e premettendo che sono le agenzie a fare la differenza, e non le riviste, e sostenendo con forza che comunque alla fine dipende tutto dal talento dell’autore, detto tutto questo, sì, ci è capitato spesso di pubblicare autori che in seguito, prima o poi, hanno pubblicato un romanzo, e con buoni editori. Significa che abbiamo fatto bene il nostro lavoro, ma soltanto perché è un lavoro facile. Ti faccio alcuni nomi: Elena Ghiretti e Raffaele Riba, presenti nel numero 1, sono poi usciti rispettivamente per Baldini & Castoldi e per 66thand2nd; Marco Marsullo e Claudia Durastanti, presenti sul numero 3, sono poi usciti con Einaudi e Marsilio (e la Durastanti da poco anche con minimum fax); e poi ancora Francesca Scotti (tra poco per Bompiani), Roberto Mandracchia (Baldini & Castoldi), Fabio Deotto (Einaudi), Filippo Nicosia (a breve per Giunti), Claudia Bruno (effequ), Anna Giurickovic (Fazi) e Simone Tempia (Rizzoli). Siamo inoltre convinti che buona parte degli altri autori da noi pubblicati prima o poi arriveranno in libreria. Bisogna soltanto avere pazienza.
Il sito di Cadillac
https://cadillacmag.wordpress.com
Alcune copertine di Cadillac
L’indice dell’ultimo numero #14
1 – Alberto Laiseca, La morte del padre
2 – Jack Black, Non c’è scampo [estratto]
3 – Anton Čechov, Un cane di valore
4 – Jeffrey Eugenides, Ermafrodito [estratto]
5 – Frigyes Karinthy, Catene
6 – Dino Buzzati, La casa ideale, Scherzo, Un caso
7 – Manlio Cancogni, L’alba
8 – Malcom Lowry, L’importanza di una vita da alcolizzato [estratto]
9 – Jerzy Pilch, Bevo perché bevo [estratto]
10 – Alain Robbe-Grillet, Topologia di una città fantasma [estratto]