Certe volte la domenica mi piace attraversare Roma in bici e fare foto. Certe volte le foto mi piace farle con una Polaroid Land Camera 320. Questa è una domenica in cinque tappe. Five to one, Rome.
Categoria: flânerie e viaggetti
Un manipolo di podisti si aggira alle prime luci della Nomentana nella vecchia villa del Duce. Silenziosi. Concentrati. Allungano lungo i vialetti di Villa Torlonia. Murakami Haruki in “Hashiru koto ni tsuite kataru ni boku no kataru koto” (ma sì, facciomola semplice: “L’arte di correre”, Einaudi) li avrebbe definiti in meditazione costante. Chissà quali sono i loro mantra, ci chiediamo, se, come scrive Murakami, ognuno per arrivare alla fine della maratona ne deve avere uno (anche alla fine della giornata, sia chiaro).
Citiamo dall’autore giapponese e dal suo libro autobiografico: “Tra i concorrenti ce n’era uno che per tutta la corsa, dall’inizio alla fine, rimuginava su un motto appreso dal fratello (un maratoneta anche lui): Pain is inevitable. Suffering is optional. Quello era il suo mantra. Il dolore non si può evitare, ma la sofferenza è opzionale. Supponiamo per esempio che correndo uno pensi: «Non ce la faccio più, è troppo faticoso». La fatica è una realtà inevitabile, mentre la possibilità di farcela o meno è a esclusiva discrezione di ogni individuo. Crediamo che queste parole riassumano alla perfezione la natura di quell’evento sportivo che si chiama maratona”. Buona giornata! Faticosa o meno! Opzionale o no che sia!
Il primo degli effetti stranianti è che il mercato di piazza Vittorio non è a piazza Vittorio o non proprio. Il nostro sabato lo passiamo con voi in mezzo ai suoi banchi. In una teoria degli ex.
Tra mani, colori, verdure esotiche accatastate e più pesci di quelli che potresti trovare in una delle tante spiagge della ormai passata estate, per trovare economia famigliare e culti cinesi. L’ex mercato di piazza Vittorio ora ospite della ex-caserma Sani (una vera e propria teoria dell’ex) compresa tra via Principe Amedeo, via Lamarmora, via Mamiani e via Turati vi aspetta anche di sabato per scoprire che Roma è davvero una città multietnica.
Conoscete il lato selvatico di Roma? No? Beh allora scopritelo in un libro di Antonio Canu.
A Subaugusta tra etnie, traffico, roma littoria e palazzoni, il punto d’inizio di una Roma di semafori e negozi.
Continuiamo la carrellata di Myrice Tansini di pedalatori romani (e qui anche non). Questa volta ci spostiamo dalla Casilina a Poggio Catino e oltre.