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Via Nazionale con alberi e carrozze

Ecco come appariva via Nazionale verso fine Ottocento con carrozze trainate da cavalli e alberelli che stentano a crescere. Sullo sfondo la chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, a destra San Paolo dentro le Mura. La foto è scattata da un palazzo lì sulla destra (scendendo) subito dopo via Quattro Fontane. Una dama a passeggio, il solito ragazzino che attraversa e un uomo senza giappa. Sulla destra della foto scavi immancabili, mucchi di terra. Viabilità all’inglese: si sale da sinistra. Il cappello non è un optional.


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Come si vedeva Roma nella luce delle origini

La Roma dei fotografi vedutisti delle origini in un libro della 5 continents.




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Dentro il colonnato

La scritta dietro dice Roma, una parola che non si capisce, 1951. Ognuno guarda in una direzione diversa. Forse il fulcro sta non nell’obbiettivo ma in un gruppo di persone tra cui qualcuno che tiene in mano la macchina e scatta. Ognuno parla o scherza con qualcun’altro. Tre hanno il cappotto – dunque è freddo, uno forse lo ha affidato a qualcuno nel gruppo dietro la macchina. Il colonnato di San Pietro contiene tutto come una parentesi tonda e la fontana zampilla. Il mondo degli anni 50 svela il proprio serioso fascino glamour in paletot doppio petto e cinte. Posare per la foto è un atto squisitamente pittorico che non può che conoscere la stasi. Il nemico è il movimento, il rischio è la distrazione, il sommo male la brutta composizione.




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Gita esotica

Sembra una gita esotica quella che ha trovato al mercato di Palmiro Togliatti Marco Petrella (che ringraziamo per averla condivisa con noi). C’è una damnatio memoriae a sinistra sotto forma di uno strappo verticale e una sottrazione dello strato dell’immagine. Tre (quattro) donne in vacanza con i pantaloncini a palloncino e cappelli da sole. Un pulmino-droga (come qualcuno soprannominava il vecchio Volkswagen) con il cassone sembrerebbe per il trasporto di cose più che di persone (dove alloggiavano le pulzelle?). Un uomo che sembra un po’ dimesso che forse lo guidava sta lì in piedi e neppure guarda chi scatta. L’albero a destra e tutto un po’ respira esotismo. Difficile pensare a dove e come sia stata scattata l’immagine. Se dietro la foto ci fosse una donna anche lì potremmo pensare a un “noi viaggiamo da sole” d’altri tempi.




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Stella alpina

La foto è la metà di una foto. Da una parte una testa, un volto di profilo, quello di un uomo. Con un cappello da amante della montagna – c’è persino appuntata una stella alpina come usa in questi casi -, uno di quelli che si vendono nelle località d’alta quota. L’altra metà dell’immagine mostra solo una mano. Forse di donna – ma non si può dire con certezza. In tutti i casi una mano affusolata che reca qualcosa (qui la carta è rovinata – lo è in genere forse perché calpestata e bagnata dalla pioggia). Sembra il braciere di un sigaro ma quella è una macchia non cenere. La posizione potrebbe essere quella di una mano con accendino (ma non si vede). Quello che si vede è una staccionata sullo sfondo. Se è una mano di una donna forse fa un gesto al volto dell’uomo. Forse l’ha fatto e ora ne è pentita. In tutti i casi la foto si trovava sul marciapiede di Villa Ada lungo la via Salaria, abbandonata a se stessa, al ricordo, in parte rimosso.