Con “Cielito lindo nella metro” iniziamo la pubblicazione di alcuni estratti dall’inedito di Giuseppe Dolce “Catalogo dei suonatori di strada” che ringraziamo per l’anteprima (NdR).
IN METROPOLITANA – 11 GENNAIO 2005
di Giuseppe Dolce
In metropolitana, mentre i passeggeri si accalcano in piedi
vicino alle porte appena richiuse, o siedono assorti come civette
nella notte ma senza vedere nulla e nessuno, neanche il fratello
che viaggia accanto, capita di sentire il suono di un violino e una
voce triste che augura a tutti buongiorno. Il violinista s’è
mescolato ai passeggeri silenziosi e sfodera il suo strumento da
chissà dove non appena il conducente abbia richiuso le porte e
rimesso in moto il treno. Sfidando gli scossoni della marcia e la
mancanza di un sostegno fisso, il violinista s’aggrappa al suo
violino, appoggiandosi con le spalle alle porte chiuse e suona
una melodia allegra, come la Cucaracha, senza evitare i
passaggi più virtuosistici. I passeggeri rimangono in silenzio.
Qualcuno cerca una moneta, che spunta fuori da chissà dove,
come il violino. La metropolitana rallenta un po’ bruscamente e
una voce registrata avverte che si deve scendere. Un bambino
passa con un bicchiere di carta a raccogliere le monete senza
dire nulla. Il violinista, quando avverte il suono delle monete
che cadono nel bicchiere, dice grazie. Il convoglio è quasi fermo.
Chi voleva dare la sua moneta, l’ha data. Il violinista, uno
zingaro magro con i capelli corti un po’ appiccicati sulle tempie
e un maglione a girocollo sotto la giacca, per non stare senza far
nulla, suona le prime note di Cielito lindo. L’apertura delle porte
scorrevoli fa un rumore di stantuffo e poi un ka-klak che
interrompe la musica. Lo zingaro si dilegua.