Frattura composta di un nome di Andrea Accardi (Ladolfi editore). Un breve estratto.
Dopo Frattura composta di un luogo (Ladolfi 2019), Andrea Accardi riavvolge il nastro e ripercorre la stessa struttura (Il luogo – I nomi – Le voci) e lo stesso lasso di tempo, in cui è percepibile l’avvicendarsi delle stagioni.
Un’opera che sembra più dedita alla poesia che alla prosa, mai perdendo il senso del racconto e dell’avvicinamento alla ragazza scomparsa (e al suo nome) prima della sparizione, e questo potrà essere forse un avanzamento verso una qualche comprensione dell’accaduto.
Il luogo resta lo spazio vago e concentrico del racconto, avvolgente da cui vi offriamo un breve estratto.
Capitolo IV
Sulla mappa che ti hanno fornito il centro urbano risulta appena sopra il centro, spicca il celeste di un lago artificiale, si infittiscono a destra le case. In basso alcune vie dedicate a poeti, senza una ragione particolare.
Curvano in grande tre viali, come radici o tentacoli.
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Capitolo IX
La domenica è molle, convalescente, il mondo ha un’evidenza che ti ferisce. La chiesa moderna suona le campane di sempre.
Si va fuori con il treno, dentro città vere, fra tralicci spaventosi.
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Capitolo XVI
La mappa non distingue tra il giorno e la notte, e neanche tra la notte e il buio in cui si balla vestiti con il peggio. Si scende dalle scale come in una galleria, in un’oscurità di sudore e alcol.
Diventi te stesso nel momento in cui scompari.