La stessa coppia che ogni mattina va a prendere il treno per l’aeroporto. Un quadro che sembra quasi plastico.
Ogni mattina (o quasi) vado a Termini alle sei a prendere il mio treno.
Tutte le mattine (o quasi) vedo sempre la stessa coppia che va a prendere il treno per l’aeroporto.
Ad un certo punto non so da dove appaiono camminando davanti a me su via Volturno.
Disinvolti nel buio di ora si muovono con sicurezza. Sono entrambi asiatici (generalizzo ma comunque potrebbero essere cinesi, coreani o giapponesi). Uno dei due ha sempre l’impermeabile beige.
A volte lui, a volte lei. Uno dei due ha sempre gli occhiali (adesso in voga) montatura leggera e dorata. A volte lui, a volte lei. Lei ha sempre una borsetta a mano elegante, sempre bianca.
A volte gliela porta lui. In ogni caso la portano con molta disinvoltura. Non a tracolla ma svagatamente a mano.
Entrambi spingono due trolley medi rigidi in colori neutri. Attraversano la strada al semaforo entrano dentro Termini e poi i binari li inghiottono.
È scientificamente impossibile che siano sempre gli stessi due ma è come se lo fossero. E quindi per me lo sono. Ormai sono le mie divinità protettrici, ogni mattina, alle sei, a Termini. O quasi.