L’amore eterno echeggia tra le pagine di “Se mi tornassi questa sera accanto” di Carmen Pellegrino per Giunti. Questa recensione è uscita in una forma leggermente diversa sul bimestrale The Good Life.
Giosuè Pindari ex compagno con “idee da terza Internazionale” ha imparato a “ragionare per piccole cose” e affida questo pensiero della brevità per lettere chiuse in una bottiglia poi destinata al fiume e a Lulù, la figlia che ha smesso di scrivere persa nel gorgo dei giri universitari.
Il tempo di cui parla il libro della Pellegrino (l’autrice, che si autodefinisce “abbandonologa”, aveva esordito con un bellissimo testo dedicato ai paesi abbandonati) è quello inesorabile del declino dell’età del ricordo nel sogno.
Ma non dimenticando la possibilità di incontrare un miracolo come quelli offerti dalla natura con la sua infinita stagionalità: il mare, “le acque in verticale” delle cascate, la terra.
“Se mi tornassi questa sera accanto” che dà il titolo al romanzo cita un verso del grande poeta salernitano Alfonso Gatto che la scrittrice omaggia già in esergo.