Bando alla scaramanzia, che ne dite di un cicloraduno nel cimitero Verano old style tipo quelli de “L’Eroica”?
Bando alla scaramanzia, che ne dite di un cicloraduno nel cimitero Verano old style tipo quelli de “L’Eroica”?
Ricordiamo – non potrà essere né la prima né l’ultima volta vista la statura dell’autore – Giuseppe Gioachino Belli. Ma questa volta compiutamente: utilizzando e per ciò ringraziando Marcello Teodonio e Castelvecchi, rispettivamente autore ed editore di questa preziosa “Vita di Belli”. Un saggio imprescindibile per conoscere questo autore a cui tanto dobbiamo della storia del nostro dialetto, della nostra romanità. Anche la fierezza di poterli vantare riferiti a lui. Uniamo l’estremo interesse, fuori dai versi, anche del carattere dell’uomo e il gioco è fatto.
Di Gaspare De Caro (nella foto al centro con gli occhiali) non sapevamo nulla o quasi. L’incontro con la sua scrittura è altrettanto fortuito. Ma la piacevolezza della felice scoperta letteraria purtroppo coincide con la sua scomparsa. Avvenuta il 6 ottobre 2015 a Roma, dove era nato il 16 dicembre 1930. In rete poche cose: la sua militanza, l’opera di saggista scrupoloso (scrive di Gobetti e Salvemini), quella di intellettuale (cofondatore di “Quaderni rossi” e “Classe operaia”). Una forte vicinanza militante espressa da molti – leggiamo il suo pedigree politico: “attivissimo nel PCI prima del ’56, ne era poi uscito per trasferirsi per un periodo di tempo in Spagna”. Attestazioni che non nascondono stima. Ma sono queste prose di memoria di “L’ascensore al Pincio” (Quodlibet, che ringraziamo) che ci piace citare nel ricordo, come saggio di stile e come visione non banale della città.
Un tributo alla bellezza dell’intelligenza. Alla bellezza e all’intelligenza. Romane.