Se uno ha 1737 eccellente, 440 molto buono (e solo 15 pessimo) su quel social eating che inizia per Trip qualcosa vorrà pur dire. Se riempie quasi le 5 stellette massime un perché ci sarà. Se è considerato il primo luogo della ristorazione romana un altro perché ci sarà.
Ma qual è il perché dei perché?
Bisogna partire dai commenti. Notare che ognuno non manca di dire “impasto leggero” o “pasta friabile”. Gli entusiasti parlano di droga (sic!).
Ma andiamo con ordine. Pinsere viene da pinsa, ne rappresenta l’azione, il verbo romano della sua preparazione (schiacciare, macinare pestare avrebbe detto il Tantucci).
Ne parla persino Virgilio nella “Eneide” (libro VII): “Enea e i primi capi e il leggiadro Iulo / distendono i corpi sotto i rami d’un alto albero: / imbandiscono le vivande, e tra l’erba sottopongono ai cibi / focacce di frumento (così Giove ispirava) / e ricolmano il piatto cereale con frutti selvatici” (la versione è quella di Luca Canali).
L’impasto della pinsa di Pinsere è fatto con quattro diverse farine biologiche OGM-free e olio extravergine d’oliva ed è sottoposto a 2-3 giorni di lievitazione. Poi si cuoce e così si preparano le basi che poi verranno condite e messe in forno all’occasione.
Le pinse più particolari? Mortadella ricotta e pistacchio, ciauscolo e stracchino, porchetta e pomodori secchi. Ma conosco un fan di: pancetta stracchino e funghi chiodini.
Il piano B di Pinsere (per chi si ammutina ai lieviti) è rappresentato dalle insalate. Sembra un po’ un torto da fare al cuoco Gianni Angelilli ma se siete costretti può essere una fuga all’inglese per dirla alla Paolo Conte.
La nota dolente è che Pinsere è aperto dalle 9 alle 16 e dal lunedì al venerdì (e i sabati? e le serate in allegria? E io che lavoro in quei giorni e in quegli orari dall’altra parte del mondo?) ma a Gianni glielo perdoniamo perché abbiamo conosciuto la sua sensata filosofia ‘slow’ (scusate l’inflazionato anglicismo) che non manca e non vuol far mancare la vita personale e la famiglia.
A questo punto vi chiederete come abbia fatto a assaggiare col mio dito alla San Tommaso la credibilità delle suddette recensioni.
Ebbene un pomeriggio intorno alle 18 ci siamo trovati per caso a passare lì davanti. Il locale era chiuso ma Gianni era ancora lì insieme ai suoi collaboratori. Ha aperto la porta alla nostra curiosità da visi incollati alle sue vetrine. Ci ha regalato un assaggio dell’oggetto della sua fama (e del nostro desiderio) facendoci sentire i suoi clienti più importanti. Ci ha raccontato con assoluta passione di questo piccolo locale e dell’ andamento lento della sua pizza (pardon, pinsa). Abbiamo percepito la cura di chi cerca un risultato più che un guadagno.
E la sua passione ci ha fatto un po’ sognare in questi tempi di ‘crisi’ e di mode alimentari senza costrutto.
Perché se la pinsa è semplicemente superba il côté umano di Gianni e dei suoi collaboratori è davvero stra-ordinario.
Voto: Eccellente.
Pinsere – Via Flavia, 98 – tel. 06 4202 0924