Samba repubblicana, un brano dal nuovo CD in uscita di Giuseppe Dolce.
SAMBA REPUBBLICANA
Se i libri di storia
Ci fanno litigare
La storia d’Italia
La metterò in samba
Così vi farò ballare.
Dopo i massacri in Africa
Del generale Graziani
Dopo le leggi razziali
Contro gli ebrei italiani
Insieme a Germania e Giappone
Credemmo che fare la guerra
Fosse la soluzione,
Così rovinammo a terra.
Senza fare processi
Senza neanche troppo indagare
Mettemmo fascisti e monarchici
In soffitta – sí , con vista sul mare.
Su queste basi traballanti
Partimmo per l’avventura
Repubblica e Costituzione
Ma pure CIA, mafia e corruzione.
Uniti come fratelli
Che litigano al funerale
Piantammo in terra i coltelli
E andammo a lavorare.
Belgio Libia Germania
America Argentina
Per primo emigrò Colombo
Poi il nipote della nipotina.
Ricostruimmo l’industria
E le case popolari:
Applaudivamo l’America
Facendo piani quinquennali.
Producemmo fucili,
auto da corsa e motorini
Facemmo da mangiare
E la pizza non veniva male.
Appena costituito, però
Lo Stato era da rifare.
La bomba sui treni a qualcuno
Parve una cura salutare.
Dopo l’Ottantanove l’Italia
Non interessò più i potenti
Rossi bianchi e verdi di rabbia
Ci demmo ai divertimenti.
Produrre passò di moda
Venne l’epoca del virtuale:
Il diavolo vendeva droga
E ogni servizietto speciale.
Ora che manca il lavoro,
E la terra si ribella,
Ci sarebbe da disperare
Anche nella buona stella.
Ma siamo una terra fantastica,
Un mondo rovesciato:
dove fabbricare automobili
Fu l’hobby di un Avvocato.
Per volare nel cielo
Seguimmo il trotto di un Cavaliere
La cosa pubblica sembra
Un relitto in mezzo al mare.
Il comico è preso per saggio
Chi fa satira è un professore
E pure questa samba
Forse vi farà pensare.
© Giuseppe Dolce