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Fraturno

Citiamo dei versi dalla nuova raccolta di Claudio Damiani “Endimione” (interno poesia).

Ora mi viene in mente la scuola delle suore
a Roma, è una mattina grigia
intingo il pennino nel calamaio
e scrivo, ho cinque anni, faccio la primina,
ora invece mi vedo nella casa di Mandela
con Beata, in quella grande sala
e fuori i cipressi e i meli e il cielo azzurro nitido,
i monti avanti, e non lontano Fraturno 1
limpido e luminoso tra i suoi pioppi respira.
Che strana cosa è la vita, le cose ci restano impresse
come non fuggissimo come tutto fugge,
come fotografie, come post di facebook
nei grandi server fra i ghiacci, rimangono le tracce
del nostro breve passaggio, ma se siamo molecole
semplici molecole organizzate al punto
da essere vivi, procreare, pensare,
avere una coscienza, quella della nostra
precarietà, mortalità,
allora una cosa è certa:
che le molecole sono responsabili
già della vita, già la contengono in nuce,
noi siamo quell’energia
condensata in atomi, in molecole, in noi,
siamo quell’energia che non muore mai
che sta facendo qualcosa che non sappiamo bene,
ha una missione, un destino, noi non lo sappiamo
ma siamo in lei, siamo fatti di lei,
da lei veniamo e a lei ritorniamo,
in lei siamo stati, siamo ora, saremo.

  1. Piccolo lago della Sabina romana, non lontano dal paese Mandela, citato tre versi sopra.




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Fraturno, verso Lucretile

C’è un luogo magico alle porte di Roma. A cui Claudio Damiani ha dedicato una piccola silloge intitolata “Fraturno” (ora incluso in “Poesie” – Fazi editore). Ve lo vogliamo far conoscere per la strada dei suoi versi che vi portano (NdR).