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Natale a parole

Questo che scrivi a Natale lo scrivi per sempre. Chiedi amore, preghi pace e salute per te e per altri. Soldi, case, scrivanie assistite. E amore, sempre amore, in una misura maggiore di qualsiasi altra cosa a dimostrazione che i soldi non fanno felicità. Eppure prepotenti si affacciano banconote, in mezzo alla carta stesa ad asciugare desideri verso i binari e le macchinette dei biglietti. Preghi fuori come vorresti alienare – sempre fuori – una serie di mali che pensi mortali e che sono invece stagionali anche se la stagione dura una vita. Solo una, la tua. Poca cosa nella linea del tempo. Immortale.




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flânerie e viaggetti

La fuga di Babbo Natale dalla Stazione Termini

La fuga di Babbo Natale dalla Stazione Termini. Così dovremmo concludere questo scorcio d’anno, la fine dei biglietti di auguri e forse anche l’interruzione di molte determinazioni lì graffate.