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Una Stella tutta per sé

Una donna va ad abitare in una casa e ne nasce un transfert. Il documentario “Alba Meloni. Stella nelle mie stanze” della regista Nadia Pizzuti è il racconto di un dialogo a distanza pur nella differenza.

La Pizzuti cerca nella sua casa le tracce della vecchia proprietaria – Alba Meloni, staffetta partigiana, che partecipò giovanissima alla Resistenza – ricomponendo i tasselli di un’identitĂ  perduta che mai come oggi ci parla, nelle scelte del coraggio e della differenza. Ed è la differenza il tema, come detto risalente del documentario. Nessuna facile e oleosa identificazione, nessun transfert genuflesso al mito lontano della lotta partigiana.

La combattente, nome di battaglia “Stella”, si presenta alla regista attraverso oggetti e libri rimasti nella casa. Una presenza vivida riverberata da registrazioni originali che ce ne restituiscono la voce e quella dei compagni e compagne di lotta, gli amici.

L’aria della abitazione, l’osservazione degli oggetti, i luoghi della vita, romana e testaccina, in particolare, compongono una lettera a un’Alba ormai scomparsa che passa per le immagini bellissime della casa e del quartiere, del Tevere che scorre inesorabile. Squarci di una romanitĂ  colta dalla bella fotografia della regista insieme a Lorenzo Pallini.

Un salto indietro ed ecco la Roma resistente tra Via Tasso e il bombardamento di San Lorenzo, l’orrore dell’occupazione e della guerra nella corale delle partigiane Luciana Romoli e Gianna Radiconcini che raccontano la Resistenza delle donne-staffetta, il loro ruolo delicato.

Poi il raconto di Alba-Stella nel dopoguerra quando diviene funzionaria nel Pci, lavorando nella redazione di Pattuglia, de L’Unità, Rinascita, Editori Riuniti, Noi donne e nell’Udi fino agli ultimi anni nel sindacato.

Un ruolo “di retrovia” ricostruito con l’aiuto dei compagni del Rione, come il senatore Emanuele Macaluso per non dimenticare la persona e ricordare alla fine del documentario come i luoghi preservino la memoria del tempo.




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Oh Resistenza romana

Resistenza romana. Roma ’43-44. L’alba della Resistenza (bordeaux edizioni) di Sergio Gentili e Aldo Pirone, con il contributo introduttivo di. Carla Nespolo Ve ne offriamo un estratto.

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Après-midi a Forte Bravetta

Après-midi a Forte Bravetta, tra gesti eroici e orrore.




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Camilla Ravera

Camilla Ravera, per chi non la ricorda, fu politica, insegnante e autrice, vicina a Gramsci e alla sua attivitĂ  pubblicistica. Resistente a tutte le forme di sopruso e marginalizzazione: fasciste e sovietiche. Ne pagò care le conseguenze prima con un confino (oltre ad anni di prigionia) che l’hanno vista anche sulle coste pontine delle isole di Ponza e Ventotene, poi con altre forme di marginalizzazione falce e martello. E’ una madre della patria, tenendo a battesimo, tra l’altro, la neocostituita repubblica italiana, ma pure una paladina delle cause femminili. La ricordiamo attraverso questo contributo di Alida Ardemagni (che ringraziamo), autrice di “L’Italia delle donne. Spunti di viaggio alla scoperta del lato femminile del nostro Paese” (Morellini editore).