A Trastevere tanto ci capiterete. Magari un po’ di corsa tra un cinema e un locale. E dunque perchĂ© no un panino da Mammò?
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La Gensola – Trastevere
Mangiare pesce in riva al mare di gente di Trastevere.
Una sera d’inverno, al bar di S. Calisto. Con questa scena-racconto si apre il nuovo libro di Paolo Morelli (“NĂ© in cielo nĂ© in terra”) in uscita per Exorma. Morelli lo dedica in esergo ai tanti espatriati dalle vie del centro. Una sorta di pulizia etnico-economica che oggi perdura nel termine gentrification.
Auguri Argot!
Festeggiamo i trent’anni del Teatro Argot di Trastevere. Lo facciamo con un estratto dal libro di Maurizio Panici “Epifanie: l’Argot tra passato e futuro” (a cura di Marzia G. Lea Pacella) che esce per Editoria&Spettacolo. Il testo che vi proponiamo è la rielaborazione di un’intervista allo stesso Panici fatta da Andrea Porcheddu. Il libro è la storia e il racconto del percorso teatrale di un regista-attore, quelli di Maurizio Panici, che qui ci offre le sue riflessioni e le sue idee della vita teatrale e del rapporto arte-vita-teatro.
Bombolo
Ricordiamo Bombolo pubblicando l’introduzione al libro di Ezio Cardarelli “E poi cominciatti a fa’ l’attore” di Marco Giusti della casa editrice campana Ad est dell’equatore (che ringraziamo per la concessione del brano). Bombolo (1932-1987), nome d’arte di Franco Lechner, venditore ambulante di pentole nel centro storico – un mio amico lo ricorda davanti al negozio dei suoi nonni a via delle Coppelle – fu scoperto da Pingitore che lo portò sulle scene del Salone Margherita. Poi Corbucci e Milian/Gilardi/Monnezza e diventa Venticello (glissiamo sulle simbologie). Una macchietta, una caricatura. E pure un gran successo che si infrange sulla soglia dei 55 anni dopo poco piĂą di tre lustri di schiaffoni alla slapstik comedy presi in una nemesi dal sapore masochistico durata una quarantina di pellicole. Nato nel rione Ponte, di stanza nella Trastevere (al ristorante “Picchiottino” il fatale incontro con il successo, in un’altra osteria l’arresto cardiaco fatale) dei vicoli, morto al Forlanini, salutato alla Chiesa Nuova, inumato a Prima Porta sotto il vessillo “core de Roma”. Il resto è la leggenda che ci racconta Giusti in nome dello TzĂ© che lo ha reso famoso (la foto è (c) wikipedia).
Oliver Scharpf
La poesia pare male sulla carta. Pare male pure sul web. La poesia pare male sempre. A noi no. A noi pare bene. Specie quando ha la veritĂ a volte svagata e sorniona, altre volte allegra e irriverente o malinconicamente pensosa dei versi del canzoniere di Oliver Scharpf. Svizzero con trascorsi romani e versi conseguenti. Da vicolo delle Grotte e Campo de’ Fiori (“Uppercuts” 1, n.26), via della Consolazione (n.31), “dalle parti della stazione termini” (n.31), Castel Sant’Angelo (n.34). Fino ai versi che citiamo e della cui concessione lo ringraziamo.