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Il terribile effetto delle scarpe curative nella vita amorosa di un bambino

Il terribile effetto delle scarpe curative nella vita amorosa di un bambino da “Amarsi a Roma. Guida per cuori sbandati” (Ponte Sisto).




Il terribile effetto delle scarpe curative nella vita amorosa di un bambino

Nella triste memoria di noi bambini con le gambe arcuate, i piedi storti, le ginocchia incrociate ci sono queste scarpe brutte dall’aspetto medicamentoso. Nere e piene di lacci e di passanti che bollano problematiche ortopediche. Ci sembrava di avere una grande freccia puntata lì sotto, sui nostri piedi sfortunati da subito e avevamo l’idea che quella sfortuna mai sarebbe passata. Una freccia che noi vedevamo, che tutti sapevamo che vedevano. Si chiamavano, quelle scarpe, con nomi immediatamente dichiarativi di una inabilità e di un addestramento. “Primi passi” o giù di lì. Le calzavamo con imbarazzo. L’imbarazzo delle piccole dolci compagne delle elementari che già guardavamo e ci guardavano.

Perché i genitori non pensano (non ricordano) che si è seduttori (e sedotti) già a cinque anni? A casa ce le toglievamo, finalmente! ma era una libertà che arrivava troppo tardi. Prima avevamo parlato con una amichetta con quella vergogna che ti aveva fatto scalciare di continuo i piedi per distrarre la sua attenzione troppo insistita. I miei primi passi a Monte Sacro, sulla via Nomentana, nella scuola dove ho fatto le elementari, hanno avuto quest’onta che ora esorcizzo in un racconto come una ferita che confesso al lettore psicologo.




Di roberto carvelli

Founder e direttore di "Perdersi a Roma" collabora con Il Messaggero, il Venerdì e Nuova Ecologia. Ha pubblicato libri di prose, poesie e narrativa di viaggio tra cui "Letti" (Voland), "AmoRomaPerché" (Electa-Mondadori), "La gioia del vagare senza meta" (Ediciclo), "Fùcino" (Il Sirente), "Il mondo nuovo" (Mimesis), "Andare per Saline" (Il Mulino) e "I segni sull'acqua" (D editore).