Il terribile effetto delle scarpe curative nella vita amorosa di un bambino da “Amarsi a Roma. Guida per cuori sbandati” (Ponte Sisto).
Il terribile effetto delle scarpe curative nella vita amorosa di un bambino
Nella triste memoria di noi bambini con le gambe arcuate, i piedi storti, le ginocchia incrociate ci sono queste scarpe brutte dall’aspetto medicamentoso. Nere e piene di lacci e di passanti che bollano problematiche ortopediche. Ci sembrava di avere una grande freccia puntata lì sotto, sui nostri piedi sfortunati da subito e avevamo l’idea che quella sfortuna mai sarebbe passata. Una freccia che noi vedevamo, che tutti sapevamo che vedevano. Si chiamavano, quelle scarpe, con nomi immediatamente dichiarativi di una inabilità e di un addestramento. “Primi passi” o giù di lì. Le calzavamo con imbarazzo. L’imbarazzo delle piccole dolci compagne delle elementari che già guardavamo e ci guardavano.
Perché i genitori non pensano (non ricordano) che si è seduttori (e sedotti) già a cinque anni? A casa ce le toglievamo, finalmente! ma era una libertà che arrivava troppo tardi. Prima avevamo parlato con una amichetta con quella vergogna che ti aveva fatto scalciare di continuo i piedi per distrarre la sua attenzione troppo insistita. I miei primi passi a Monte Sacro, sulla via Nomentana, nella scuola dove ho fatto le elementari, hanno avuto quest’onta che ora esorcizzo in un racconto come una ferita che confesso al lettore psicologo.