Un nuovo brano da “Catalogo dei suonatori di strada”.
ROMA – CAMPO DE’ FIORI – OTTOBRE 1997
In un ristorante della piazza entra un signore magro in giacca
scura e camicia a quadretti. Ha un’aria dimessa. Pochi capelli,
un sorriso incerto. Non si diverte, ma vorrebbe risultare
gradevole.
Tiene in mano un foglietto. Lo mostra ai clienti, che
mangiano e non gli prestano attenzione. L’uomo comincia a
cantare Torna a Surriento. È stonato – la canzone del resto non
è facile – e in più ha un forte accento inglese.
Un avventore trattiene a stento le risa davanti a
quell’esecuzione pietosa. Guarda il foglietto con più attenzione e
gli passa la voglia di ridere. Si commuove. L’inglese stonato
mostra la fotocopia dello spartito di Torna a Surriento.
Sa benissimo che la sua esecuzione è indegna e mostra su carta
cos’è che sta cantando. Denuncia la sua inadeguatezza.
L’avventore sente una nostalgia così acuta che dà una moneta al
signore magro.